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L’Organizzazione internazionale dei costruttori di automobili è convinta della capacità di ripresa

Lo scorso gennaio la diffusione del virus corona in Cina ha portato alla chiusura della maggior parte delle industrie del paese, innescando così anche una mancanza di parti e componenti che ha avuto un impatto sull’industria in tutto il mondo.


La sua rapida evoluzione ha così portato a quella che molti esperti, tra cui il presidente di Oica, Fu Binfeng non esitano a definire “la peggiore crisi che abbia mai avuto un impatto sull’industria automobilistica”.


“Le preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei loro dipendenti – ha sottolineato Fu – hanno portato molti produttori e fornitori in tutto il mondo ad adottare misure sanitarie drastiche, portando alla forte riduzione o addirittura alla chiusura completa di molti stabilimenti e strutture, anche laddove non è sistematicamente raccomandato o richiesto dalle rispettive autorità”.


In un tale contesto, attraverso le loro associazioni nazionali che operano insieme all’interno di Oica, le case automobilistiche mondiali si impegnano a proteggere dipendenti e clienti, rispettando completamente, o addirittura superando, le misure governative di restrizione o di isolamento.


Inoltre, in molti Paesi, nella lotta al “nemico invisibile” i costruttori di veicoli si stanno impegnando in attività solidali avviando progetti umanitari che spaziano dalla produzione di apparecchiature per la respirazione all’agevolazione dei trasporti dei servizi medici e di emergenza.


“Le varie associazioni nazionali dell’industria automobilistica, membri di Oica – ha concluso Fu – sono strettamente impegnate in un dialogo costruttivo con le rispettive autorità e partner al fine di attenuare l’impatto di questa crisi e di garantire una rapida ripresa del settore, che è un fattore chiave per l’economia e il benessere mondiale.

Non ho dubbi che l’industria automobilistica mondiale, come ha già fatto molte volte in passato, dimostrerà la sua importanza, la sua forza e la sua resistenza”.


Insomma, le aziende dell’Oica continuano a lavorare per garantire il più possibile la sicurezza del comparto e sono pronte ad avviare il complesso processo di ripresa della produzione e delle vendite non appena l’emergenza sanitaria si sarà conclusa, ribadendo così l’impegno e la volontà per riprendere a operare e sostenere l’economia globale.

"la Repubblica"

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